Personaggi storici

Ultima modifica 17 aprile 2024

Accursio da Bagnolo

Nasce nella frazione Bagnolo di Impruneta nel 1184 e muore a  Bologna nel 1263, dove fu professore di diritto e riconosciuto giurista e glossatore, rappresentante della scuola di Bologna. Fu autore di una raccolta di circa 97.000 glosse, all'intero testo del Corpus iuris civilis sul Codice di Giustiniano, fondamento del diritto comune europeo. Dei suoi figli furono giuristi anche Francesco, Guglielmo e Cervotto. Oggi la tomba di Accursio e di suo figlio Francesco Accursio si trova all'esterno della chiesa di San Francesco a Bologna. Francesco viene collocato da Dante nel XV canto dell'Inferno. 

Accorso

La sua statua in una delle nicchie del piazzale degli Uffizi a Firenze

 


Ferdinando Paolieri

Ferdinando Paolieri nasce a Firenze il 2 maggio del 1878 e due mesi dopo la famiglia si trasferisce ad Impruneta, dove egli morirà nel 1928. Protagonista tra i più famosi della letteratura Toscana a cavallo tra l’800 e il 900, viene ricordato come cantore della Toscana, dalla Maremma alle Isole, e all'Impruneta ambientò alcune sue novelle quale “natio borgo selvaggio”, titolo che darà anche all’opera più maturadi cui sono protagonisti la gente del popolo e persone originali e anticonformiste.
Artista a tutto tondo, fu narratore, commediografo, giornalista, librettista di operette, poeta, scrittore e pittore. Per molti anni giornalista de “La Nazione” e porta il suo nome la strada a fianco dell’edificio della redazione a Firenze.
Ne tramanda la memoria l'omonima Associazione Ferdinando Paolieri di Impruneta.
 
paolieri
Quadro dell'autore "Paesaggio all'Impruneta" 1927
 
 
 

Maria Maltoni

Marianna "Maria" Maltoni, conosciuta come la maestra di San Gersolè, nasce a Dovadola il 2 febbraio 1890 e muore a Fiesole il 18 novembre 1964.
Nel dicembre 2022 le è stata intitolata la Biblioteca comunale, dopo il conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Impruneta nel 1956. 
Tra i banchi della piccola scuola elementare della frazione di Impruneta, dove la pedagogista ha insegnato dal 1920 al 1956, gli alunni vengono incoraggiati a descrivere in modo spontaneo la realtà che li circonda, offrendo così un quadro vivo e puntuale della cultura mezzadrile toscana che di lì a poco sarà spazzato via dalla modernità e dal boom economico.
L’originale e innovativa metodologia didattica, ideata dalla maestra Maltoni, è documentata dal Fondo documentario custodito dalla Biblioteca comunale: più di 1.600 quaderni, circa 2.400 disegni e 600 giornali di classe, oltre agli scritti della maestra. La sua tomba si trova nel cimitero di San Gersolé.
Approfondimenti sulle pagine dell'Archivio storico comunale, dei Beni culturali e dell'Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire)

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Un disegnio dal Fondo Maltoni

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